Francesco Giuseppe ed Elena, Elisabetta e il conte Andrassy:
Nella prima parte del terzo film
si racconta di una festa a Vienna, durante la quale Francesco incontra dopo due anni Elena, la sorella di
Elisabetta
rifiutata da lui come sposa, che gli confessa che non potrà
mai amare un altro uomo al di fuori di lui. Nello stesso
momento Sissi è a una festa a Budapest, durante la quale il
conte Andrassy dichiara a Sissi di essere innamorato di lei
dal primo momento che l'ha vista. Nel film, queste due confessioni
ricordano sia a Francesco che a Sissi quanto si amano
veramente. Sissi riparte subito da Budapest e corre a Vienna
dove, ritornata nelle braccia di Francesco, l'idillio del
loro matrimonio continua più bello e armonioso che mai.
Una commovente invenzione cinematografica, ma totalmente falsa. Perché Elena non ha mai rimpianto il
mancato matrimonio con Francesco, anzi è sempre stata l'amica e la
complice più fedele di Elisabetta: le due sorelle si amavano
incondizionatamente. Inoltre, il matrimonio di Elena con il principe ereditario
di Thurn e Taxis era molto più felice della triste esperienza di Elisabetta.
Elena non ebbe proprio nessun motivo per rimpiangere Francesco.
Che il principe ungherese Andrassy avesse preso una cotta per Elisabetta è
invece probabile, ma, a differenza del film, è altrettanto probabile che anche
da parte di Elisabetta ci fosse più di una normale amicizia. Ed è
comprensibile perché il suo matrimonio con Francesco era da
tempo in una profonda crisi e il giovane e affascinante conte ungherese
aveva molto più in comune con Elisabetta del marito che sembrava vivere
in un altro mondo.
Il conte ungherese Andrassy dichiara il suo amore per Elisabetta
Tutti i fotogrammi in questa pagina sono tutti del film:
"Sissi - il destino di un'imperatrice".
La grave malattia di Elisabetta e il soggiorno a Madeira:
Ma torniamo al film. Come già detto, dopo il ritorno di Elisabetta a
Vienna l'idillio del loro matrimonio continua più bello che mai - o
meglio: continuerebbe, se non
ci fossero i primi sintomi di una grave malattia dei polmoni che
colpisce Elisabetta. Il film suggerisce come possibile causa della
malattia il fatto che una zingara aveva gettato per sbaglio un secchio
di acqua fredda su Elisabetta. Lo stato di Sissi peggiora sempre di più
e i medici ritengono addirittura possibile una brutta fine per Sissi,
consigliando come rimedio un soggiorno di cura all'isola di Madeira. Ma
il soggiorno a Madeira non porta a nessun miglioramento e Elisabetta
diventa sempre più triste nonostante il premuroso marito avesse dato
ordine di portare a Elisabetta ogni giorno i fiori più belli dell'isola.
Finché non appare a sorpresa la mamma che prende in mano la cura della
figlia e la riporta in breve tempo a un ottimo stato di salute, al punto
che dopo il suo ritorno a Vienna i medici scoprono con sorpresa che la
malattia prima ritenuta molto grave è completamente sparita, senza
lasciare traccia. Ed è di nuovo luna di miele tra Sissi e Franz.
Sissi a Madeira: prima sta male, ma poi arriva la mamma e
miracolosamente guarisce.
La crisi del matrimonio:
La realtà fu completamente diversa. Dopo sei anni il matrimonio di
Sissi e Francesco era entrato in una grave crisi. Evidentemente l'imperatore, stanco delle eterne liti tra
madre e moglie e della chiusura di Elisabetta nei suoi confronti, cominciò a cercare consolazione da altre parti: le voci
che circolavano alla corte su avventure amorose di Francesco divennero
sempre più consistenti. Alla corte le avventure galanti degli imperatori
e degli altri uomini eccellenti erano sempre state tacitamente tollerate
e visto che la corte non avevano mai amato Elisabetta, le simpatie erano
tutte dalla parte di Francesco. Le mogli, almeno in passato, sapevano tutto
ma tacevano. Elisabetta invece non resse più la pesante situazione e cominciò a
sfidare apertamente il marito, la suocera e l'intera corte organizzando
a raffica balli per i giovani aristocratici escludendo però dalla
partecipazione le madri delle ragazze - una provocazione inaudita per la
corte, legatissima alle tradizioni e ai riti tramandati.
Elisabetta conobbe la tragedia del matrimonio dei genitori (che il film
continua a presentare come armonico e pieno di amore) nella quale la moglie
per decenni dovette subire le umiliazioni del marito che coltivò
apertamente e senza troppi scrupoli le sue avventure amorose portando
addirittura a casa i suoi figli illegittimi. Sissi amava i genitori, ma
allo stesso tempo aveva il terrore di finire come sua madre. Le sue crisi di
nervi divennero più frequenti e il suo stato di salute (soffrì di
attacchi di tosse) peggiorò, rafforzato, oltre che dal suo stato
psichico estremamente instabile, da tre gravidanze in quattro anni,
dalle eccessive e molti stancanti cavalcate di Elisabetta e soprattutto
dalle sue continue "cure della fame" che anticiparono i problemi
di anoressia che avrebbero caratterizzati gli ultimi decenni della sua
vita.
La fuga a Madeira:
Dopo una grave lite con Francesco nel luglio del 1860 e dopo
una prima fuga a Possenhofen, dalla quale tornò solo - malvolentieri - per il compleanno
di Francesco un mese dopo, lo stato di salute di Elisabetta peggiorò
ulteriormente - o almeno così sembrava.
Uno dei medici di fiducia propose che Elisabetta, essendo
addirittura in pericolo di vita, dovesse spostarsi subito in un clima più mite, cioè a
Madeira. Una meta piuttosto strana perché l'isola portoghese, a ca.
4.000 km da Vienna, non era affatto conosciuta come località di cura per
i problemi ai polmoni. La vicina Merano, nell'Alto Adige, sarebbe
sicuramente stata più indicata. In realtà, era Elisabetta che voleva
andare a Madeira, probabilmente proprio per la lontananza da Vienna.
Già all'epoca c'erano molti che supponevano invece un'origine psichica delle
sue malattie. Infatti, non appena Elisabetta lasciò Vienna, la sua salute
migliorò. Durante una sosta a Monaco di Baviera Elisabetta fece parecchie
visite ai parenti che sembravano preoccupati più per la lontananza e la
durata del soggiorno di cura (6 mesi) che per lo stato "gravissimo" della
sua
salute. E quando, dopo un lungo e faticoso viaggio di 3.000 km Elisabetta
sbarcò da Lisbona per attraversare altre 1.000 km del tempestoso oceano
atlantico, tutti i numerosi accompagnatori di Elisabetta stavano male,
compresi i medici. L'unica che stava bene era proprio Elisabetta, dichiarata
poco prima "in pericolo di vita".
A Madeira dove naturalmente non arrivarono mai né i fiori quotidiani da
parte del marito (come racconta il film, vedi sopra) e nemmeno la mamma, Elisabetta dopo un po' soffrì più
che altro di noia e sentì sempre di più la nostalgia per i figli rimasti
in Austria. Dopo alcuni mesi scrisse a uno dei pochi amici che aveva a
Vienna:
"Se non fosse per i figli, l'idea di tornare a Vienna mi sarebbe del
tutto insopportabile". Infine tornò lo stesso, pur ammettendo che
"il primo tempo dopo il ritorno a Vienna non sarà per niente facile". E infatti, non erano ancora
passati quattro giorni nel solito ostile ambiente della corte che gli attacchi
di tosse e di febbre di Elisabetta divennero di nuovo preoccupanti.
Elisabetta chiuse di nuovo la porta della sua camera da letto e preparò
la prossima fuga da Vienna - questa volta all'isola greca di Corfù.
Una commedia all'italiana:
La terza parte della trilogia si conclude con una specie di commedia
all'italiana. Francesco deve recarsi nell'Italia settentrionale per
dimostrare in prima persona il potere imperiale, contro lo spirito
ribelle e anti-austriaco che si era diffuso tra Venezia e Milano.
Una delle scene veramente forti (e vere) del film si vede poco
prima della fine: Francesco e Elisabetta attraversano in barca il Canal Grande di Venezia,
con tutta la pompa imperiale e monarchica, e
vengono accolti dai veneziani con gelida e silenziosa indifferenza.
Infatti, il viaggio in Italia, nella realtà, finì con un nulla di fatto,
cioè con un fallimento rispetto alle alte aspettative politiche.
Ma il film deve finire, per forza, con una grande festa - come i primi
due della trilogia. Per renderlo possibile il regista ha avuto una
grandiosa idea che, a seconda dei gusti, può far ridere o piangere:
arrivati in Piazza San Marco Elisabetta e Francesco camminano verso la
Basilica, circondati da una folla di gente sempre silenziosa e
diffidente. All'improvviso appare, a sorpresa, la figlia che Elisabetta
credeva ancora a Vienna. Elisabetta, sorpresa, la abbraccia affettuosamente e
il cuore dei veneziani ribelli si scioglie. Dopo un primo grido
"Evviva la mamma!" tutta la folla scoppia dall'entusiasmo e alla fine
tutti si tolgono il cappello davanti alla coppia imperiale.
Poi dalla Basilica esce persino il Papa (un'altra astuta invenzione
strappalacrime del regista) e sorride
gentilmente a Francesco e Elisabetta. Si sente l'inno
imperiale e tutti applaudono. Il film può finire.
La scena che intenerisce persino i veneziani più
ribelli (almeno nel film).
Anche questa volta tutto finisce in bellezza -
che importa se è tutto inventato e che nella realtà fu esattamene il contrario.