La favola di Francesco, il buon imperatore
- seconda puntata:
Il film inizia con una seconda edizione della favola, già
recitata nella prima parte, di Francesco, il buon
imperatore. In occasione del suo matrimonio Francesco,
ispirato da Elisabetta e contro la resistenza
della corte e della madre, vuole e ottiene un'amnistia di
tutti i nemici di stato, in particolare dei ribelli
ungheresi.
Una amnistia c'è veramente stata, ma Elisabetta
(ricordiamoci che aveva solo 15 anni) non c'entrava
niente, anzi: non ne sapeva nulla. E non era nemmeno frutto
della bontà di Francesco e né la corte, né la suocera erano
contrarie. Le amnistie in occasione di un matrimonio erano
una tradizione nella casa reale degli Asburgo. Del resto, fare
un'amnistia non era assolutamente in contrasto con il fatto
che poco dopo si continuava, come prima, a imprigionare e
impiccare i nemici dello stato (o presunti tali).
La luna di miele di Francesco e Elisabetta:
La giovane coppia del film
Tutti i fotogrammi in questa pagina sono del film:
"Sissi - la giovane imperatrice".
All'inizio del film il matrimonio tra Francesco e Elisabetta è un vero idillio.
Certamente ci sono anche dei problemi come il rigido protocollo della
corte a cui Elisabetta fa fatica ad abituarsi, il marito molto
occupato che ha troppo poco tempo per lei, la nostalgia per la
Baviera e soprattutto la suocera Sofia che non vede di buon occhio la
spontaneità e la freschezza della giovanissima imperatrice che fa fatica
a piegarsi alle necessità dell'alto ruolo che adesso deve ricoprire.
Ma il rapporto
tra Francesco e Elisabetta sembra un amore con la A maiuscola. Quando
sono insieme i due sprigionano una felicità incondizionata e persino
l'ambasciatore austriaco in Francia deve aspettare alla porta
dell'ufficio dell'imperatore finché i due non finiscono di baciarsi e
abbracciarsi. Contro tutti i problemi che minacciano il loro amore e
anche contro la madre di Francesco i due sviluppano una specie di
complicità amorosa che aiuta Elisabetta a superare tutte le avversità della
vita di corte. Francesco capisce i suoi problemi di adattamento ed è
sempre dalla sua parte.
La realtà fu completamente diversa. Già prima del matrimonio Elisabetta era entrata
in una profonda crisi che adesso, che
tutti i presentimenti cupi di Elisabetta venivano superati dalla realtà,
si rafforzò. Dobbiamo immaginarci una quindicenne sradicata da un
contesto familiare in cui si trovava molto a suo agio, buttata in una
corte dove non conosceva nessuno, dove tutti la osservavano, la guardavano con
scetticismo e la criticavano. Con un rigido protocollo di corte da
seguire alla lettera che la soffocava e che la limitava al massimo. Con un
marito che persino nelle due settimane della luna di miele era quasi
sempre assente (lo vedeva solo di sera e di notte). Nelle prime settimane Elisabetta
fu scossa da continue crisi di pianto e nel suo diario non scrive
soltanto poesie piene di nostalgia per la Baviera (come racconta anche
il film), ma anche poesie in cui rimpiangeva un suo precedente amore, un giovane conte che la famiglia di
Elisabetta non voleva come marito.
Ora, a pochi giorni dopo il matrimonio con Francesco lo descrisse come "unico vero amore" della sua vita,
svanito per sempre...
Elisabetta, che da bambina era "la salute in persona", dal primo
giorno del matrimonio si ammalò e da quel momento le malattie la accompagnavano per tutta la vita.
Furono delle malattie anche gravi (e piuttosto strane) che i
medici non riuscivano mai a capire, ma che la colpivano sempre in
momenti di crisi. Ci vuole poco per capire la loro origine psicosomatica.
Le malattie e le fughe da Vienna, delle volte anche le due cose insieme, divennero per
Elisabetta un modo per esprimere la sua ribellione contro la corte che odiava fin dal primo giorno.
Della felicità tra i due, ostentata nel film, c'era, nei primi mesi del
matrimonio, poca
traccia.
Francesco invece era veramente felice, lo confermano tutti quelli che lo
hanno visto in quel periodo. Ma non sembrava percepire nulla di ciò che
tormentava sua moglie, nei confronti delle sofferenze di Elisabetta si
limitava a scusare e a difendere sua madre Sofia. Francesco amava la
moglie, ma non la capiva, fu totalmente estraneo al mondo in cui viveva la
moglie. I due avevano dei caratteri e degli
interessi diametralmente opposti. L'amore per la natura era
probabilmente uno dei pochi interessi che Elisabetta e Francesco avevano
in comune.
La prima fuga di Elisabetta:
Quando, nel film, sottraggono a Elisabetta la prima figlia per farla educare dalla
suocera, lei esplode di rabbia e ritorna nella sua casa in Baviera. Tutta
la corte, compresi Francesco e Sofia, è scioccata. Ma il rancore di
Elisabetta non dura tanto. Francesco, come sempre nel film, capisce la
moglie, la segue in Baviera, le promette che tutto andrà bene e la
riconduce a Vienna, non dopo aver passato una bella vacanza
riappacificante in montagna con lei.
In realtà non esiste nessuna fuga di Elisabetta in Baviera dopo la
nascita della prima figlia. La nascita della prima figlia rappresentò invece forse l'unico momento
di felicità nella vita matrimoniale tra Elisabetta e Francesco, ma fu un
momento che durò poco. La lotta tra Elisabetta e Sofia per l'educazione dei
figli continuò ancora per parecchio tempo, ma a un certo punto Elisabetta si rassegnò e lasciò il
campo alla ormai odiata suocera. Le fughe di Elisabetta iniziarono più tardi e
per motivi molto diversi.
Elisabetta tra il marito Francesco e la suocera Sofia
Francesco e Elisabetta - re e regina dell'Ungheria:
Fin dall'inizio Elisabetta si sentì attratta dall'Ungheria, dalla sua gente
e dalla sua lingua e cultura. In quel periodo gli ungheresi si sentivano
un popolo oppresso in un paese occupato dall'Austria e sognavano il
ritorno di un proprio re. Nel film il processo che porta all'incoronazione è descritto come il risultato del fascino
esercitata da Elisabetta sui capi dei rivoltosi ungheresi che infine li convinse ad accettare
questo tipo di riconciliazione con l'Austria, osteggiata da Sofia ma
supportata da Francesco.
Anche qui la realtà fu molto diversa. Tra il matrimonio e l'incoronazione
passano 14 anni, nei quali Elisabetta cambiò profondamente. Non era più una
ragazzina di quindici anni, dolce ma timida e insicura e non ancora
particolarmente bella. Era diventata una donna matura di 30 anni, bellissima
e con un carattere talmente forte da dominare ormai il marito e da poter
ottenere praticamente tutto quello che voleva.
I 14 anni passati dal matrimonio furono pieni di piccole e grandi battaglie di
Elisabetta contro la corte di Vienna, contro la suocera e anche contro
il marito, piene di fughe interminabili da Vienna con cui ricattava il
marito che divenne sempre più debole nei suoi confronti. Le sue continue
malattie
erano diventate un modo per sottrarsi agli impegni da
imperatrice. Tutte queste battaglie la fecero diventare dura, delle
volte anche egoista, ma solo così riuscì a creare uno spazio di libertà
contro la corte opprimente. Qui di seguito due fotografie dell'epoca che fanno
capire un po' il carattere cambiato di Elisabetta.
Elisabetta a 30 anni, con un leggero sorriso - ma è un sorriso orgoglioso, quasi
malizioso. Un soriso che fa trasparire anche una certa durezza.
Nella stessa ottica bisogna vedere il suo vero e proprio "pressing"
politico per ottenere più diritti e più libertà per il popolo ungherese,
che durò molti anni. La sua amicizia (molti dicono anche amore) con il
capo dei ribelli ungheresi Andrassy la fecero diventare un alleato sicuro e
affidabile per il movimento autonomista che si fece sempre più forte
in Ungheria. Ma le resistenze contro il progetto di ridare agli
ungheresi un re (anche se alla fine era anche re dell'Austria) ebbe
molti nemici. Anche Francesco non era molto convinto, ma alla fine dovette cedere
perché la situazione politica in Ungheria era diventata molto
irruente e pericolosa. Elisabetta aveva, in tutto questo, un ruolo molto
attivo e importante: usò tutti i mezzi che aveva ormai a disposizione,
da una febbrile diplomazia segreta in cui sfruttava tutte le sue
numerose amicizie alla grande popolarità di cui godeva in Ungheria, per
favorire gli ungheresi e per imporre a Francesco la sua volontà - che,
non a caso, era anche quella di Andrassy.
Ma il film non accenna a niente di tutto ciò. Come la prima parte che
finisce con la splendida coreografia del matrimonio di Elisabetta, la seconda
parte termina con la rassicurante, armoniosa e altrettanto splendida cerimonia
dell'incoronazione di Francesco e Elisabetta come re e regina
dell'Ungheria. L'armonia deve regnare al di sopra di tutti e l'unico
elemento disturbante che il film ammette è sempre e solo la solita suocera.
L'incoronazione di Elisabetta come regine dell'Ungheria - la
scena finale della seconda parte della trilogia.