Viaggio in Austria - La storia dell'Austria
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I matrimoni degli Asburgo

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Il matrimonio tra Giuseppe II d'Asburgo-Lorena e Isabella di Borbone-Parma
Il corteo di carrozze delle delegazioni austriache e straniere che andava ai festeggiamenti del matrimonio tra Giuseppe II d'Asburgo-Lorena e Isabella di Borbone-Parma (1760).
Quadro di
Martin van Meytens

Chi erano gli Asburgo?

La Casa d'Asburgo (in tedesco: Habsburger) era una delle più importanti famiglie reali e imperiali d'Europa. I suoi membri sono stati per molti secoli imperatori del Sacro Romano Impero e hanno governato, con varie diramazioni della casa reale, in Austria e in molti altri territori come Spagna, Portogallo, Paesi Bassi, Sicilia, Napoli, Ungheria, Croazia, Boemia, Bosnia e Slovenia.

In origine provenivano dalla Svizzera, più precisamente dal castello Habichtsburg (da lì il nome Habsburg = Asburgo), situato nel cantone svizzero di Argovia. In poche generazioni gli Asburgo estesero la loro influenza, con delle guerre e con dei matrimoni appositamente programmati allo scopo, prima verso l'odierna Austria e poi verso gli altri territori elencati sopra. Riuscirono ad impossessarsi del trono imperiale del Sacro Romano Impero per la prima volta nel 1273 e lo tennero poi ininterrottamente per quasi 400 anni, dal 1438 al 1806, con una sola breve interruzione di 5 anni tra il 1740 e il 1745.

Con la fine del Sacro Romano Impero nel 1806, il suo imperatore divenne imperatore dell'Austria che rimase una monarchia (dopo il 1867 una doppia monarchia austro-ungarica) fino alla sua fine nel 1919, quando, dopo la prima guerra mondiale, si disintegrò il grande impero.

La politica matrimoniale degli Asburgo e i matrimoni incestuosi:

Un appartenente alla casa degli Asburgo, maschio o femminina che fosse, non poteva sposare chi voleva. C'erano delle regole di ferro che tutti dovevano rispettare. Innanzitutto, una futura moglie o un futuro marito doveva avere, dai genitori ai bis-bisnonni (che sono complessivamente 30 persone), solo antenati appartenenti all'alta aristocrazia europea. Questo riduceva già molto la scelta dei possibili candidati da sposare. Il futuro partner doveva naturalmente essere cattolico il che restringeva ulteriormente le possibilità escludendo, almeno dopo la riforma protestante, tutte le case regnanti protestanti, che erano molte, soprattutto nell'Europa centro-settentrionale. Nessun matrimonio poteva essere celebrato senza il beneplacito dell'imperatore e chi si ostinava a non rispettare la sua volontà rischiava di essere espulso dalla famiglia, con conseguenze che potevano anche essere drammatiche a livello personale.

Visto che la casa Asburgo aveva molte ramificazioni (vedi sopra) la soluzione del problema erano i matrimoni tra consanguinei, anche tra cugini di primo grado e tra zii e nipoti. Tra i rami spagnoli e austriaci degli Asburgo si celebrarono ben sette matrimoni e visto che molte monarchie europee erano imparentate tra di loro anche un matrimonio con appartenenti dei Borboni (Francia, Spagna, Italia meridionale) o dei Wittelsbacher (Baviera) era spesso un affare di famiglia.

Ma questa prassi comportava due grossi problemi: secondo le regole della chiesa cattolica i matrimoni tra appartenenti della stessa famiglia erano severamente vietati. Ma ogni Papa poteva rilasciare dei permessi eccezionali che, con dei regali più o meno consistenti, erano relativamente facili da ottenere. E infatti, non si conosce un unico caso in cui questo permesso non fu dato, anche nei casi più estremi.

Il secondo problema era più serio: i matrimoni incestuosi, soprattutto celebrati con una tale frequenza elevata, daneggiano seriamente il patrimonio genetico. Portano a malattie mentali, difetti di carattere e malformazioni fisiche, aumentano la probabilità di malattie di ogni genere e possono provocare sia un calo della fertilità femminile che una totale impotenza maschile. Sintomi che apparivano con frequenza crescente in tutti i rami della famiglia degli Asburgo, annientando delle volte anche tutti i progetti politici legati a questi matrimoni combinati.

"Sposare un utero..." - la funzione politica dei matrimoni:

Quando Napoleone Bonaparte, nel 1810, doveva sposare Maria Luisa d'Asburgo-Lorena, disse della futura moglie: "Questo è proprio l'utero di cui ho bisogno per sposarmi". Senz'altro un'espressione brutale, ma in realtà Napoleone descrisse solo fedelmente una brutale realtà, diffusa in tutta l'Europa: le mogli delle case reali avevano soprattutto una funzione: partorire figli. O meglio: partorire figli maschi. Il principe Metternich, il più abile diplomatico durante il congresso di Vienna 1814-1815, riassunse la politica matrimoniale degli Asburgo nella   frase: "Noi ci sposiamo per avere dei figli e non per soddisfare le aspirazioni del cuore."

I figli maschi erano indispensabili per il mantenimento del potere politico in un territorio dominato dagli Asburgo. La mancanza di un erede maschile al trono era ritenuto un vero e proprio disastro e in più di una occasione era anche motivo di guerre con altre monarchie europee (vedi sotto).

Ma anche le figlie degli Asburgo erano utili, perché i loro matrimoni con membri di altre dinastie potevano servire ad allargare le sfere di influenza politica degli Asburgo, potevano rendere più solido un sistema delle alleanze, confermare dei trattati di pace o risolvere delle crisi diplomatiche. Ma le ragazze avevano comunque un "valore" molto minore per la dinastia degli Asburgo, come confermano le parole dell'imperatore Leopoldo I che disse, quando morì in tenera età sua figlia Maria Antonia: "Se fosse stato un maschio sarebbe un gran dolore, visto che era femmina è più facile consolarsi."

"Le guerre le facciano gli altri, tu, Austria felice, sposati":

Questa frase, nella versione originale in latino (Bella gerant alii, tu felix Austria nube), viene spesso attribuita a Mattia Corvino, re d'Ungheria (1458-1490). Usata soprattutto nella forma abbreviata Felix Austria, descrive la tendenza degli Asburgo ad utilizzare la politica matrimoniale come strumento per l'allargamento del loro potere, soprattutto tra il 400 e il 600.

La frase corrisponde alla realtà, ma solo in parte. A partire dal '400 gli Asburgo acquisirono, tramite i loro matrimoni, la Borgogna, la Spagna, la Boemia, l'Ungheria e infine anche il Portogallo. Ma ci sono anche parecchi casi in cui la politica dei matrimoni combinati non funzionò e divenne causa di guerre lunghe e sanguinose: uno dei risultati più tristi della politica matrimoniale fu il re della Spagna Carlo II (1661-1700) che, a causa di una serie ripetuta di matrimoni incestuosi tra gli Asburgo, era debole e malaticcio dalla sua nascita, non fu capace di parlare fino all'età di quattro anni, né di camminare fino a otto anni. Gli storici americani William e Ariel Durant lo descrissero così: "Basso, zoppicante, epilettico, precocemente anziano e completamente calvo prima dei 35 anni, era sempre vicino alla morte." Si sposò due volte, ma non riuscì nemmeno a consumare i matrimoni. Infatti, morì a 39 anni e rimase senza figli. Il dramma consistette nel fatto che così si estinse il ramo spagnolo degli Asburgo che scatenò ben presto la guerra di successione spagnola che durò 13 anni con circa 400.000-700.000 morti (tra civili e militari) coinvolgendo quasi l'intera Europa. Alla fine il trono spagnolo passò dagli Asburgo ai Borbone quello della Francia.
Carlo II di Spagna
Carlo II di Spagna (1661-1700), fisicamente e psichicamente distrutto dai ripetuti matrimoni tra consanguinei
Quadro di
Juan de Miranda Carreno (1685)
I concetti di giustizia e correttezza nei rapporti tra gli stati europei in quell'epoca valevano esattamente finché uno dei giocatori sulla scacchiera europea non si sentiva sufficientemente forte per rovesciare il tavolo. "Uomini, donne e territori si scambiavano come si vendevano i polli al mercato", scrive Alfredo Pieroni nel suo libro "Austria infelix".

Quello su cui molti storici e biografi degli Asburgo sorvolano con poche frasi di circostanza o che tralasciano completamente è il fatto che in tutti i matrimoni degli Asburgo erano coinvolte due persone in carne e ossa, con i loro sentimenti e il loro bisogno di amare e di essere amati. Bisogni e sentimenti che venivano per lo più stritolati e sacrificati per le esigenze della politica e della diplomazia.

I drammi personali:

I matrimoni d'amore esistevano, ma erano delle rare eccezioni. Maria Teresa amava suo marito Francesco I di Lorena e insieme ebbero ben 16 figli (di cui 12 sopravissero). Ma questo non impedì a Francesco di farsi consolare anche da altre donne, in modo particolare dalla bella principessa Maria Wilhelmine, anch'essa sposata. Una relazione nota a tutta la corte, inclusa la gelosissima Maria Teresa. Ma gli uomini degli Asburgo potevano permettersi quasi tutto, si chiudeva sempre un occhio. E persino Francesco Giuseppe I che, almeno a parole, era perdutamente innamorato di sua moglie (la famosa "Sissi") ebbe una relazione intima e segreta con la 18enne Anna Nahovski, la moglie di un ferroviere al servizio dell'imperatore, una relazione che durò 10 anni documentata con tutti i dettagli nel diario di Anna. E quando Francesco Giuseppe terminò questo rapporto fece firmare alla sua amante un documento in cui doveva giurare di non dire mai niente a nessuno del loro rapporto. Questa amara pillola fu però addolcita dal bel regalo di 200.000 fiorini (che oggi corrisponderebbero a circa 2 milioni di Euro) che doveva sigillare il silenzio. Ma solo fino alla morte di Anna, quando i suoi diari divennero pubblici. Tra l'altro, la fine di questo rapporto extraconiugale segnalava già l'inizio di un altro, questa volta con la cantante del teatro della corte Katharina Schratt. A differenza della storia con Anna la relazione con la Schratt era di dominio pubblico, anzi, fu proprio la moglie Elisabetta aa promuoverla, probabilmente per una specie di sporca coscienza, per aver trascurato il marito per anni.
Katharina Schratt, una delle amanti dell'imperatore Francesco Giuseppe
Katharina Schratt, cantante del teatro della corte di Vienna, una delle amanti dell'imperatore Francesco Giuseppe, marito di Elisabetta ("Sissi")
Quadro di
Heinrich von Angeli
Per elencare tutti i tradimenti segreti o alla luce del sole, i numerosissimi figli illegittimi degli Asburgo, i matrimoni distrutti dalle malattie veneree contratte dagli uomini nei bordelli ci vorrebbe un libro. Una curiosità - significativa - va però raccontata: sopra la porta di una casa nel centro di Vienna, nella Gutenbergasse 13, dove una volta c'era un bordello molto frequentato, si trova ancora oggi un'iscrizione che dice (tradotto in italiano): "Attraverso questo portone uscì, volando, l'imperatore Giuseppe II". Il gran signore si era dimostrato troppo poco generoso con le signorine del posto che, di conseguenza, lo buttarono semplicemente fuori dal locale.

Ma delle volte le cose andavano anche molto peggio per gli uomini. Un esempio è il principe ereditario Rodolfo, figlio di Francesco Giuseppe e Elisabetta e sposato con la principessa Stefania del Belgio. Per l'impossibilità di vivere come voleva e di realizzare le sue idee politiche liberali, per la paura del suo ruolo di futuro imperatore e probabilmente anche per la gonorrea che si era presa per via delle sue numerose compagnie femminili di passaggio, si suicidò insieme alla sua amante, la baronessa Vetsera che era follemente innamorata di Rudolfo e anche psichicamente labile, come lui.

Sarebbe facile dare la colpa di tutti questi drammi alle persone direttamente coinvolte, ma non bisogna dimenticare che era proprio la prassi dei matrimoni combinati, per lo più privi di amore, a provocare questi comportamenti ed erano i continui matrimoni tra consanguinei a portare a molte delle deformazioni caratteriali che si manifestarono tra gli Asburgo.

Le principesse asburgiche invece, date in sposa ad appartenenti di altre case reali, erano spesso poco più di bambole di lusso, mandate dal rispettivo padre in un territorio che non avevano mai visto e di cui non capivano la lingua, per finire nel letto di un uomo che conoscevano di solito solo davanti all'altare. Se quest'uomo era bello o brutto, intelligente o cretino, fedele o un assiduo frequentatore di bordelli, o se aveva 50 anni di più, non contava niente. Un matrimonio era un dovere dinastico, né più né meno. Elisabetta d'Austria, detta anche "Sissi" riassunse le amare conseguenze del suo matrimonio con Francesco Giuseppe dicendo a sua figlia Valeria: "Ti vendono come bambina di 15 anni, ti fanno fare un giuramento che non capisci e di cui ti penti per 30 anni o di più e del quale non ti liberi più". E cento anni prima di lei Maria Carolina d'Asburgo-Lorena scrisse in una lettera, a proposito del suo matrimonio con Ferdinando I delle Due Sicilie: "Preferirei morire anziché dover vivere un'altra volta tutto quello che ho sofferto."

Se qualcuna di loro, per disperazione o per amore, si trovava un amante e la storia diventava pubblica, le conseguenze erano gravi: la donna fu considerata una sguadrina, disprezzata da tutti e minacciata di essere esclusa dalla casa reale con conseguente esilio e il cancellamento di qualsiasi sostegno finanziario. Lo sfogo sessuale che molti uomini trovarono nei numerosi amanti (o nei bordelli) - un comportamento non ben visto, ma tollerato dalla corte - era molto più difficile, spesso impossibile per le donne.
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