I turchi in Austria: il primo assedio di Vienna (1529)
Per due volte, nel 1529 e nel 1683, l'esercito turco assediò Vienna. L'Austria, in quelle occasioni,
fu veramente un "baluardo della cristianità contro la minaccia dell'Islam",
come molti dicono?
L'espansione dell'impero ottomano tra il 1481 e il 1683.
carta: André
Koehne
L'impero ottomano all'inizio del '500:
All'inizio del '500 l'impero ottomano ha già un territorio molto esteso: il
suo controllo si estende dall'Egitto attraverso la
Palestina e la Siria fino
alla Grecia e ai principati balcanici. Ma in occidente nessuno lo
considera un
pericolo. I contatti commerciali con i turchi sono intensi e la
collaborazione pacifica si estende persino alla sfera militare. Ispettori
tedeschi e italiani sovrintendono all'allestimento della'artiglieria turca.
La rete degli agenti veneziani nell'impero ottomano funziona e trasmette
informazioni non soltanto alla Serenissima, ma anche a Parigi, ai ricchi
banchieri della famiglia Fugger ad Augusta, a Madrid e a Londra. Perciò
l'Occidente è ben informato sul giovane sultano Solimano II che governa un
impero grandissimo, ma non affatto stabile. Forti tensioni politiche e
religiose interne sono all'ordine del giorno e gli rendono la vita
abbastanza difficile.
Il sultano Solimano il Magnifico (1520-1566)
quadro di Tiziano (1530)
fonte:
Wikimedia Commons
Solimano diventa aggressivo:
Di fronte a questa situazione il sultano dell'impero ottomano Solimano,
chiamato il Magnifico, crede di aver trovato una soluzione
per i suoi guai, una soluzione molto amata dai potenti di tutti i tempi: cerca la soluzione
dei problemi interni in successi militari contro i nemici esterni (o
presunti tali).
Il nemico più vicino è l'Ungheria che si trova al nord dell'impero ottomano e che è comprensibilmente preoccupata quando la Turchia, a partire
dal 1526, comincia a far capire le sue intenzioni bellicose.
Gli ungheresi chiedono aiuto:
E così, gli emissari ungheresi chiedono aiuto. Ma per il
Papa Clemente VII
il vero nemico della fede, l'anticristo, non si trova sui territori
balcanici, bensì in Germania, dove Martin Lutero sta mettendo in pericolo
l'autorità della Chiesa di Roma. Inoltre, molto più del sultano Sulimano, teme il cristianissimo
imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V che rifiuta l'obbedienza alla
Santa Sede.
Nel maggio del 1526 il Papa riesce, con grande zelo e abilità
diplomatica, a mettere in piedi un'alleanza franco-italiana, la
Saint Ligue
di Cognac, ma non contro il sultano che è già sul piede di guerra, ma contro
l'imperatore romano-tedesco che ha nuovamente sconfitto il suo altrettanto
cristianissimo rivale, il re di Francia Francesco I.
Gli ungheresi che compaiono ripetutamente a Roma per chiedere aiuto contro
la minaccia turca, ottengono buone parole, la santa benedizione e ripartono
regolarmente a mani vuote. E neppure Lutero sostiene la loro causa, la rifiuta con il sofisticato argomento: "Combattere contro i turchi
significherebbe rivoltarsi al Signore, che con questo flagello ci punisce
per i nostri peccati."
I famosi e temuti lanzichenecchi tedeschi (incisione di
Daniel Hopfer, 1530)
fonte:
Wikimedia Commons
L'Austria comincia ad interessarsi dell'Ungheria:
Quando i turchi, nell'agosto del 1526, riescono a battere facilmente
l'esercito ungherese, ma rinunciano, per motivi non del tutto chiari, a
occupare l'Ungheria, l'Austria comincia ad interessarsi del vuoto militare
che si è creato davanti alle sue porte. Ma non per aiutare i poveri
ungheresi, bensì per impadronirsi a sua volta del ghiotto boccone.
Per
poterlo fare deve prima eliminare il nuovo re ungherese, un certo
Zapolya,
probabilmente uno dei re più psicopatici e brutali della storia. Batterlo
militarmente e mandarlo in esilio non è troppo difficile, a causa
dell'opposizione che si è creata in Ungheria contro questo re non proprio
popolare. Ma purtroppo, l'esercito austriaco sì serve, nella sua avanzata,
delle famigerate truppe d'assalto comandate da capitani tedeschi (i
famigerati lanzichenecchi, vedi l'incisione sopra) che
imperversano sul territorio ungherese, terrorizzando i villaggi indifesi, creandosi così
parecchi nuovi nemici. Alla fine, Ferdinando riesce comunque a
farsi incoronare re d'Ungheria, nel 1527, promettendo di riportare pace e
ordine nello stremato paese.
Ora è l'Austria che se la deve prendere con i turchi:
Una promessa che però non riesce a mantenere, perché i turchi hanno solo
momentaneamente rinunciato al loro obiettivo - che si chiama sempre Ungheria.
Ripescano dall'esilio Zapolya, per farsene una pedina contro l'austriaco
Ferdinando, e ricominciano ad avanzare verso nord. Per i prossimi
centocinquanta anni l'Ungheria si trasforma in un campo di battaglia quasi
permanente e intere province del paese diventano terra bruciata, cambiando
spesso padrone.
Perché i turchi assalgono Vienna?
Nell'estate del 1529 l'esercito turco comincia a dirigersi dritto verso Vienna. Il
motivo di questa decisione del sultano Solimano non è, come più tardi si
sarebbe sostenuto, di impadronirsi dell'Austria e di avanzare da lì verso il
cuore dell'Europa. Non è affatto sua intenzione sferrare una guerra santa
contro il cristianesimo, perché Solimano sa bene che non dispone di forze sufficienti per
un obbiettivo così ambizioso, anzi non sarebbe nemmeno in grado di tenere per
molto tempo la capitale Vienna. Le vie di rifornimenti per
l'esercito turco di 200.000 uomini sono lunghissime, tutto ciò di cui ha
bisogno, comprese le armi pesanti, deve essere trasportato di continuo sul
posto, superando un percorso di più di mille chilometri sulle strade
balcaniche, in condizioni spesso disastrose. Il motivo dell'assalto a Vienna è
invece di servirsene come oggetto di scambio, ottenendo il riconoscimento
dell'Ungheria come stato vassallo, sotto il reintegrato re Zapolya.
Il primo assedio di Vienna nell'autunno del 1529,
in primo piano le tende del sultano Solimano (incisione di Bartholomäus
Beham)
fonte:
Wikimedia Commons
Perché l'assalto turco fallisce?
L'assedio di Vienna (sopra un'incisione dell'epoca) dura
dalla fine di di settembre fino al 14 ottobre 1529. Solimano spera in una veloce resa della città, ma l'assedio si tira per le lunghe, le giornate sono ormai brevi e troppo fredde per i soldati turchi. I difensori di Vienna si battono bene, ma non sarebbero certo in gradi di resistere a lungo contro le forze ben superiori del nemico.
Per la loro fortuna l'armata ottomana si è assottigliata durante la lunga avanzata nei territori
balcanici, lasciando Solimano a corto di armi pesanti. Per di più, il ricorso iniziale alla guerra psicologica, cioè alla strategia di terrorizzare la popolazione austriaca con delle incursioni di squadroni mongolo-tatari finisce con l'essere un grave svantaggio per l'esercito turco:
ben presto nel devastato territorio non trova più niente, né viveri né foraggio per gli animali. Così, dopo un ultimo assalto alla città fortificata che va a vuoto, il 14 ottobre il sultano ordina la ritirata.
1562 - si fa pace tra l'Austria e l'impero ottomano:
In compenso i turchi prendono saldamente piede in Ungheria. Segue un
decennio di continue piccole guerre in cui parecchie città e fortezze
cambiano ripetutamente di mano, ma la situazione generale rimane immutata.
Ferdinando vuole riconquistare l'Ungheria, ma da solo non ci riesce e
nessuno in Occidente è interessato ad aiutarlo, e così si arriva a un
trattato di pace
che viene firmato nel 1562. Una pace molto
provvisoria.
Dall'Occidente cristiano l'Austria non si può più aspettare nulla.
Il cristianissimo re della Francia Francesco I stringe un patto con il
sultano Solimano. Gli altri poteri cristiani sono troppo impegnati nella
lite sulla vera fede, tra Chiesa romana e la Riforma di Lutero. I problemi
dell'Austria con l'Ungheria e con i turchi sono ormai generalmente ritenuti
problemi interni all'impero asburgico.