1945: l'Austria è divisa in quattro zone occupate dagli alleati della guerra.
Vienna, che si trovò nella zona di occupazione sovietica, era essa stessa
divisa in quattro zone.
Grafica: C.Lingg
L'Austria dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale:
Nel 1938 l'Austria aveva salutato l'unificazione con la Germania nazista con
entusiasmo e entrò nella seconda guerra mondiale a fianco della Germania.
Tutti gli orrori della guerra e del nazismo, compresi i campi di
concentramento e la persecuzione violenta degli ebrei, videro come
responsabili sia tedeschi che austriaci. Così, alla fine della guerra,
l'Austria fu, almeno inizialmente, trattata come la Germania. Fu divisa in
quattro zone di occupazione (vedi la cartina sopra), dovette sottostare, in
tutte le decisioni politiche ed economiche, a uno stretto controllo da parte
degli alleati e dovette pagare ingenti somme di "riparazioni di
guerra".
L'unione con la Germania fu subito revocata, ma nei sette anni precedenti
l'entusiasmo iniziale degli austriaci per il nazismo si era notevolmente
raffreddato e il 1945 segnò per gli austriaci la nascita di una nuova, forte
consapevolezza di essere un popolo autonomo e non semi-tedesco.
L'Austria e la guerra fredda:
A livello internazionale, la fine della guerra significò subito l'inizio di
un'altra guerra, quella fredda tra USA e Unione sovietica. Al centro di questa
guerra stava la Germania e le due
superpotenze, fin dall'inizio, fecero di tutto affinché "la loro parte"
della Germania diventasse un avamposto in questa guerra fredda, impedendo così una
riunificazione del paese, anch'esso diviso - come l'Austria - prima in
quattro zone di occupazione, poi in due. Ma l'accanimento di USA e Unione
Sovietica sulla Germania si rivelò come un vantaggio per l'Austria: le
trattative tra gli alleati sull'assetto futuro dello stato austriaco che
erano iniziate nel 1947 durarono 8 anni, furono pieni di tensioni e
difficoltà, ma portarono infine a un risultato che soddisfava tutti,
austriaci compresi. Per favorire la ricostruzione del paese gli USA rinunciarono
presto al pagamento delle spese di occupazione e aiutarono l'Austria, nel
quadro del "piano Marshall", con beni di prima necessità del valore di
parecchi milioni di dollari.
Per gli USA e l'Unione Sovietica, l'Austria era di
secondaria importanza sulla scacchiera internazionale, qui si potevano fare
dei compromessi che nel caso della Germania erano impossibili. Il 15 maggio
del 1955 i rappresentanti dei quattro alleati e quelli austriaci firmarono
un trattato che liberò l'Austria dalle forze di occupazione, la riunificò e
gettò le basi per un suo autonomo sviluppo economico e politico.
1955: il Trattato di Stato austriaco e la Dichiarazione della
Neutralità:
Il trattato riconobbe uno Stato austriaco libero e indipendente, ma incluse
espressamente e in modo dettagliato i diritti delle minoranze slovene e
croate. L'Unione politica con la Germania, avvenuta nel 1938, era già stata
revocata nel 1945, ora fu esplicitamente proibita, come anche tutte le
organizzazioni naziste e fasciste. Con l'entrata in vigore del trattato, le
truppe di occupazione degli Alleati dovettero lasciare il territorio
austriaco.
Su richiesta dell'Unione Sovietica, l'Austria annunciò che poco dopo la
firma del trattato si sarebbe dichiarata permanentemente neutrale. Questa
neutralità doveva fungere come garanzia che l'Austria non si sarebbe unita
alla NATO, dopo il ritiro delle truppe sovietiche.
Questa Dichiarazione di permanente neutralità dell'Austria avvenne il 26
ottobre del 1955 e quel giorno fu fissato successivamente come festa
nazionale austriaca.
La prima pagina della "Österreich Zeitung" del 21 maggio
1955.
Il ministro degli esteri austriaco Leopold Figl mostra il trattato firmato,
dal balcone del Belvedere a Vienna.
La scritta "Endlich frei!" (Finalmente liberi!) esprime la sentita gioia
degli austriaci.
fonte:
www.clooney.at
Dopo il 1955: l'Austria riparte alla grande, ma...
Dopo la conclusione del trattato l'Austria visse uno sviluppo economico
prima inimmaginabile. Già 6 anni dopo, nel 1961, la disoccupazione in
Austria raggiunse un minimo storico di appena 25.000 persone. Il benessere
visibile e palpabile contribuì anche a una pace sociale e a un clima
politico tranquillo, per alcuni quasi noioso. E mentre gli scioperi negli
altri paesi si misuravano in centinaia di migliaia di ore all'anno, in
Austria, nel 1977, furono in totale 86 ore.
Ma questo clima politico tranquillo aveva anche un neo: mentre in Germania
il passato nazista fu oggetto di riflessioni, di accese discussioni e anche
di dolorose lacerazioni generazionali, in Austria lo stesso passato rimase
insabbiato, le responsabilità degli austriaci per gli orrori del nazismo e
della guerra non furono mai pubblicamente elaborate. E questa mancanza di
autocritica collettiva prima o poi doveva ribaltarsi contro l'Austria: negli
anni '80 del secolo scorso, quando Kurt Waldheim
investì il carico di presidente dell'Austria cominciò un'accesa e molto
controversa discussione sul suo passato durante il periodo nazista, portato
alla luce da numerose ricerche giornalistiche. Questa discussione spaccò
l'Austria in due, in sostenitori e contestatori del Presidente austriaco, e
anche a livello internazionale Waldheim le critiche divennero sempre più
forti. Poi, negli anni '90, quancdo il filo-nazista
Jörg Haider arrivò come un ciclone sulla scena politica austriaca
ottenendo notevoli successi elettorali, l'Europa fu investita dalla paura
che l'Austria potesse essere di nuovo la culla di un movimento nazista che,
contagiando la Germania (appena riunita), potesse costituire un pericolo per
il resto dell'Europa. Il nervosismo internazionale portò a reazioni forti,
delle volte anche esagerate, ma comunque comprensibili: molti paesi
interruppero persino temporaneamente i rapporti diplomatici con l'Austria. E
anche in Austria l'opposizione contro Haider fu forte: per due anni, ogni
giovedì si organizzavano delle manifestazioni anti-Haider a Vienna, alle
quali parteciparono centinaia di migliaia di persone. La tranquillità
politica degli anni 50, 60 e 70 era definitivamente finita.
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Kurt
Waldheim (1918-2007)
È stato Segretario Generale delle Nazioni Unite e Presidente dell'Austria,
ma anche molto discusso per il suo passato durante il nazismo.
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Bruno Kreisky, per 13 anni cancelliere
dell'Austria, è stato molto stimato anche
all'estero.
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(1950-2008)
Il filo-nazista Jörg Haider è stato uno dei leader politici
austriaci più discussi - ma anche più carismatici - del dopoguerra.