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1955: la nascita dell'Austria moderna

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L'Austria nel 1945
1945: l'Austria è divisa in quattro zone occupate dagli alleati della guerra. Vienna, che si trovò nella zona di occupazione sovietica, era essa stessa divisa in quattro zone.
Grafica: 
C.Lingg

L'Austria dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale:

Nel 1938 l'Austria aveva salutato l'unificazione con la Germania nazista con entusiasmo e entrò nella seconda guerra mondiale a fianco della Germania. Tutti gli orrori della guerra e del nazismo, compresi i campi di concentramento e la persecuzione violenta degli ebrei, videro come responsabili sia tedeschi che austriaci. Così, alla fine della guerra, l'Austria fu, almeno inizialmente, trattata come la Germania. Fu divisa in quattro zone di occupazione (vedi la cartina sopra), dovette sottostare, in tutte le decisioni politiche ed economiche, a uno stretto controllo da parte degli alleati e dovette pagare ingenti somme di "riparazioni di guerra".

L'unione con la Germania fu subito revocata, ma nei sette anni precedenti l'entusiasmo iniziale degli austriaci per il nazismo si era notevolmente raffreddato e il 1945 segnò per gli austriaci la nascita di una nuova, forte consapevolezza di essere un popolo autonomo e non semi-tedesco.

L'Austria e la guerra fredda:

A livello internazionale, la fine della guerra significò subito l'inizio di un'altra guerra, quella fredda tra USA e Unione sovietica. Al centro di questa guerra stava la Germania e le due superpotenze, fin dall'inizio, fecero di tutto affinché "la loro parte" della Germania diventasse un avamposto in questa guerra fredda, impedendo così una riunificazione del paese, anch'esso diviso - come l'Austria - prima in quattro zone di occupazione, poi in due. Ma l'accanimento di USA e Unione Sovietica sulla Germania si rivelò come un vantaggio per l'Austria: le trattative tra gli alleati sull'assetto futuro dello stato austriaco che erano iniziate nel 1947 durarono 8 anni, furono pieni di tensioni e difficoltà, ma portarono infine a un risultato che soddisfava tutti, austriaci compresi. Per favorire la ricostruzione del paese gli USA rinunciarono presto al pagamento delle spese di occupazione e aiutarono l'Austria, nel quadro del "piano Marshall", con beni di prima necessità del valore di parecchi milioni di dollari.

Per gli USA e l'Unione Sovietica, l'Austria era di secondaria importanza sulla scacchiera internazionale, qui si potevano fare dei compromessi che nel caso della Germania erano impossibili. Il 15 maggio del 1955 i rappresentanti dei quattro alleati e quelli austriaci firmarono un trattato che liberò l'Austria dalle forze di occupazione, la riunificò e gettò le basi per un suo autonomo sviluppo economico e politico.

1955: il Trattato di Stato austriaco e la Dichiarazione della Neutralità:

Il trattato riconobbe uno Stato austriaco libero e indipendente, ma incluse espressamente e in modo dettagliato i diritti delle minoranze slovene e croate. L'Unione politica con la Germania, avvenuta nel 1938, era già stata revocata nel 1945, ora fu esplicitamente proibita, come anche tutte le organizzazioni naziste e fasciste. Con l'entrata in vigore del trattato, le truppe di occupazione degli Alleati dovettero lasciare il territorio austriaco.

Su richiesta dell'Unione Sovietica, l'Austria annunciò che poco dopo la firma del trattato si sarebbe dichiarata permanentemente neutrale. Questa neutralità doveva fungere come garanzia che l'Austria non si sarebbe unita alla NATO, dopo il ritiro delle truppe sovietiche.

Questa Dichiarazione di permanente neutralità dell'Austria avvenne il 26 ottobre del 1955 e quel giorno fu fissato successivamente come festa nazionale austriaca.
La prima pagina della "Österreich Zeitung" del 21 maggio 1955
La prima pagina della "Österreich Zeitung" del 21 maggio 1955. Il ministro degli esteri austriaco Leopold Figl mostra il trattato firmato, dal balcone del Belvedere a Vienna. La scritta "Endlich frei!" (Finalmente liberi!) esprime la sentita gioia degli austriaci.
fonte:
www.clooney.at

Dopo il 1955: l'Austria riparte alla grande, ma...

Dopo la conclusione del trattato l'Austria visse uno sviluppo economico prima inimmaginabile. Già 6 anni dopo, nel 1961, la disoccupazione in Austria raggiunse un minimo storico di appena 25.000 persone. Il benessere visibile e palpabile contribuì anche a una pace sociale e a un clima politico tranquillo, per alcuni quasi noioso. E mentre gli scioperi negli altri paesi si misuravano in centinaia di migliaia di ore all'anno, in Austria, nel 1977, furono in totale 86 ore.

Ma questo clima politico tranquillo aveva anche un neo: mentre in Germania il passato nazista fu oggetto di riflessioni, di accese discussioni e anche di dolorose lacerazioni generazionali, in Austria lo stesso passato rimase insabbiato, le responsabilità degli austriaci per gli orrori del nazismo e della guerra non furono mai pubblicamente elaborate. E questa mancanza di autocritica collettiva prima o poi doveva ribaltarsi contro l'Austria: negli anni '80 del secolo scorso, quando Kurt Waldheim investì il carico di presidente dell'Austria cominciò un'accesa e molto controversa discussione sul suo passato durante il periodo nazista, portato alla luce da numerose ricerche giornalistiche. Questa discussione spaccò l'Austria in due, in sostenitori e contestatori del Presidente austriaco, e anche a livello internazionale Waldheim le critiche divennero sempre più forti. Poi, negli anni '90, quancdo il filo-nazista Jörg Haider arrivò come un ciclone sulla scena politica austriaca ottenendo notevoli successi elettorali, l'Europa fu investita dalla paura che l'Austria potesse essere di nuovo la culla di un movimento nazista che, contagiando la Germania (appena riunita), potesse costituire un pericolo per il resto dell'Europa. Il nervosismo internazionale portò a reazioni forti, delle volte anche esagerate, ma comunque comprensibili: molti paesi interruppero persino temporaneamente i rapporti diplomatici con l'Austria. E anche in Austria l'opposizione contro Haider fu forte: per due anni, ogni giovedì si organizzavano delle manifestazioni anti-Haider a Vienna, alle quali parteciparono centinaia di migliaia di persone. La tranquillità politica degli anni 50, 60 e 70 era definitivamente finita.
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